Ambroise Parè
Barbiere-chirurgo vissuto tra il 1510 ed il 1590. Proveniente da una famiglia di umili origini è oggi considerato uno dei padri della chirurgia.
Nel 1529 riprende le tecniche ormai perdute della legatura dei vasi sanguigni andando a porre le basi per le attuali procedure di amputazione. Fu anche costruttore di protesi estremamente raffinate per l'epoca intervenendo sia su arti inferiori che superiori (dal 19536). Notevole la sua maestria nell'ingegnerizzare protesi in grado di riprodurre i movimenti umani grazie a giunti e blocchi settabili dal paziente che ancora oggi sono in uso. In collaborazione con un fabbricante di serrature, Lorrain, sviluppa le protesi interamente in pelle colla e legno leggero andando a ridurre notevolmente la scomodità dei massicci modelli precedenti.
Etienne Morel,
imprimendo una svolta alle amputazioni, introdusse per la prima volta nel 1674 il laccio emostatico (tourniqet), con lo scopo di ridurre le perdite di sangue, e di conseguenza i decessi per emorragia.
Pieter Verduyn
introdusse nella sua opera Dissertation epistolaris de nova artuum decur tandorum ratione la prima protesi per arti inferiori dotata di cerniere che permettevano maggiori movimenti alla protesi stessa ed un miglior fissaggio al corpo. Il segno lasciato da Veruyn fu tale che le più moderne tecnologie si rifanno ancora alle innovazioni da lui introdotte.
James Potts
Giuliano Vanghetti, nella seconda metà dell'Ottocento, concepì, per rimediare alle amputazioni subite dagli Ascari in Abissinia, il principio dell protesi cinematiche: riflettendo su come dare "movimento" alle protesi, concluse che forse esse avrebbero potuto essere collegate a quei muscoli e tendini recisi dall'amputazione, sviluppando così protesi il cui movimento poteva essere controllato attraverso la contrazione muscolare.
Ferdinand Sauerbruch (1875-1951)